Club dei 100 - Il viaggio di Roberto Sabato, da San Lazzaro a San Siro
C'è chi ha conquistato almeno cento presenze con una squadra in Serie C. E chi in terza serie di presenze complessive ne ha collezionate ben trecento. Poi c'è chi questi traguardi li ha entrambi in bacheca. Come Roberto Sabato. "Certo, mi sarebbe piaciuto farle anche in Serie A e B, raggiungere queste categorie o comunque quantomeno provarci. È comunque un traguardo importante, soprattutto al giorno d'oggi dove ci sono mille regole che spingono a puntare sui giovani, non è più come una volta".
Un viaggio iniziato da San Lazzaro, dal Boca. Particolare per un ragazzo di Potenza che però vola in Emilia per inseguire un sogno, una strada aperta dal fratello Rocco, che già in quegli anni calca i campi di A e B. "Si può pensare che grazie a lui avrei potuto trovare qualche scorciatoia, ma ho preferito farmi da solo, con le mie sole forze".
Inizia quindi al Nord la carriera di Roberto Sabato, prima in D, dove alla Giacomense diventa pupillo di mister Francesco Zanoncelli, che lo porta tra i professionisti, al Pizzighettone. L'esordio in un caldo agosto del 2008, vittoria per 2-1 con la Pro Vercelli. "Credeva molto in me, mi fece giocare sempre finché non venne esonerato, per lui ho grandissima stima e ci sentiamo ancora".
Un fugace passaggio alla Triestina, poi il Ravenna. "Il primo anno con Atzori fu il più bello, avevamo un grande gruppo, con giocatori che fecero carriera, tra i quali Saponara". Sabato non dimentica l'importanza dell'allenatore, oggi all'Imolese, nella sua carriera: "Mi diede un ulteriore slancio". Il rammarico però è non essere riusciti a conquistare la Serie B, sfiorata attraverso i playoff. "Ma come giocatore mi ha fatto crescere tanto, è stata sicuramente una stagione indimenticabile".
E in giallorosso Sabato disputa le due partite che non dimenticherà mai. Il 23 novembre 2008 contro la Cremonese, dove segna il primo gol tra i professionisti. Poi nel febbraio 2011 finalmente si misura contro Rocco. "Fu un Ravenna-Sorrento 2-2. L'ho sempre rincorso, è stato un esempio positivo. Mi sarebbe piaciuto giocarci assieme ma non ci siamo mai riusciti". Resta quel match, l'abbraccio dopo il triplice fischio, la foto insieme con il sorriso.
Poi Sabato inizia un'avventura nuova, che gli permetterà di scrivere il suo nome nel Club dei 100. Alessandria lo accoglie in un momento non bellissimo sportivamente parlando, ma gli anni in Grigio culminano con la storica sfida a San Siro. "In quel momento eravamo la squadra del cuore per tutti gli italiani, era surreale anche solo guardare il tabellone. Un evento storico e sicuramente il momento più bello ad Alessandria".
Anni indelebili, nei quali sono nate amicizie consolidate. "In particolare con Michele Marconi, tre anni in camera assieme e un bellissimo rapporto, cementato da splendidi momenti". E duelli con avversari di grande spessore. "Mi è rimasto impresso Pablo Gonzalez, affrontato nei derby col Novara".
Ma, senza dimenticare una parentesi a Forlì, dove Sabato ritrova mister Attilio Bardi, che lo aveva lanciato al Boca San Lazzaro, il ragazzo vuole riabbracciare il meridione. "Avevo ricevuto offerte da altre parti, Bassano ad esempio, ma ci tenevo a misurarmi col Girone C". Ecco quindi che arriva a Catanzaro. "Una stagione non facile, con la salvezza ai playout".
Poi il Rende. "Sono arrivato in biancorosso che quasi volevo smettere, per via delle regole sugli over e altro, ed è stato l'anno nel quale mi sono divertito di più. Ho ritrovato la voglia di giocare a calcio". Merito di mister Francesco Modesto: "Mi ha fatto cambiare il modo di vedere il calcio e mi ha dato la possibilità di rimettermi in gioco a 32 anni".
Lo stesso Modesto chiama Sabato a Cesena. "Una società prestigiosa, lo considero un piccolo premio per la mia carriera. Sono contento di aver raggiunto qui le 300 presenze". Un nuovo punto di partenza per il ragazzo di Potenza. "L'ho detto anche alla mia compagna, vorrei giocare fino a 38 o 39 anni. Per ora penso al calcio giocato, il domani si vedrà".