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De Vito: "Avellino può far bene ai playoff, come Padova e Vicenza"

02.05.2024 10:45 di  Antonino Sergi   vedi letture
De Vito: "Avellino può far bene ai playoff, come Padova e Vicenza"
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Durante l'appuntamento odierno con A Tutta C sulle frequenze di TMW Radio è intervenuto l’ex direttore sportivo dell’Avellino Enzo De Vito. Queste le sue parole: 

Cosa ti è piaciuto quest’anno del campionato di Serie C?
“Sicuramente la Serie C è un campionato interessantissimo, io ho un mio modus operandi che mi porta a vedere i giovani. Vedere Mantova e Juve Stabia vincere mi fa piacere perché hanno grandi meriti i direttori che hanno avuto il coraggio di lanciare molti giovani. Parliamo di un campionato sempre più affascinante, il presidente Marani ha dato qualcosa in più anche a livello di visibilità, da Sky alle partite in diretta sulla Rai. Ha conoscenze e va dato merito a lui. Non so dare consigli, vedendo le partite non so quali problemi possano avere le società. In generale penso che lo spot per la C sia la vittoria di Mantova e Juve Stabia, basta questo per far capire a tutto che bisogna lavorare con calma, pazienza e competitività. Non si vince poi solo con i giovani, ma anche con tanti altri fattori”. 

C’è un Di Gregorio in giro in Serie C?
“Di Gregorio mi accese subito gli occhi, era al Renate e ci voleva coraggio per portarlo ad Avellino. In quegli anni si è riuscito a fare bene lavorando sempre con 5-6 giovani in rosa. È bello vedere giocatori come Di Gregorio, Djimsiti e Zappacosta giocare in Serie A e in Europa League, è un orgoglio per Avellino. Tra i vari protagonisti, sicuramente Thiam della Juve Stabia ha fatto una grande stagione”. 

Come mai le squadre di A e B valutano meno la Serie C e vanno sul mercato estero?
“Dipende dal modus operandi, io ero capo scout a Parma con Faggiano e quell’anno c’era la difesa della nazionale con Bastoni e Darmian. Bisogna vedere le categorie inferiori, quest’anno ho controllato l’Eccellenza campana e ci sono talenti. È vero che per alcune società poi ci sono dei costi importanti per dei giovani, purtroppo le società di Serie C sono costrette a valorizzare le squadre di Serie A e quasi fare un piacere a queste squadre. Una volta c’erano le comproprietà, ad Avellino fu fatto con Izzo e Zappacosta, poi ci furono dei problemi con le grandi squadre e furono tolte. Adesso però non c’è nulla che resta oltre la valorizzazione dei giovani delle grandi squadre, non conviene alle società di Serie C”. 

Chi vedi come favorita in questi playoff?
“Sarà un playoff bello, può succedere di tutto come successo lo scorso anno al Lecco. L’Avellino ha tutto per far bene e non posso che augurarmi questo. Oltre a squadre note come Vicenza e Padova ci sono squadre affamate che in partita secca possono essere mine vaganti, a quel punto bisogna stare attenti. La preparazione atletica può essere un fattore determinante, oltre ai vecchi marpioni di categoria che possono determinare le partite anche con una mezza palla sporca. Saranno playoff belli da seguire come sempre”. 

Il Catania può essere la mina vagante del torneo?
“È una squadra che ad oggi ha portato un risultato a casa come la Coppa Italia. In quel torneo ha dimostrato che nei doppi turni può competere a certi livelli, dimostrando che la classifica del girone era bugiarda. È difficile di parlare di possibili favorite, è il bello della formula dei playoff e per questo siamo tutti felici di assistere a questi playoff interessantissimi”. 

Chi ti ha sorpreso in positivo e in negativo tra Benevento, Crotone e Taranto?
“Non conoscendo le condizioni interne non mi esprimo, sicuramente la Casertana è una delle rivelazioni di questo campionato e può diventare una sorpresa di questi playoff. È una squadra costruita con pochissimo tempo e ha fatto benissimo. Il Taranto non lo scopro io, ha un grande allenatore così come il Benevento, con misteri Auteri sono cresciuto nei primi anni duemila. Non sta a me poi dare consigli, ci sono società con dirigenti capaci che sapranno cosa fare”. 

Juventus-Arezzo può essere una bella sfida?
“L’Arezzo è un esempio di programmazione, ho avuto l’onore e il piacere di fare il direttore generale con l’attuale proprietà. Lì si è programmato, da un anno c’è un centro sportivo, un hotel e un settore giovanile importante. È una bella realtà, sarà una bella partita. L’Arezzo ha un gruppo collaudato che viene dalla D e un ottimo allenatore, se la giocherà ad armi pari. Il playoff poi è un’altra storia, Arezzo è una piazza bellissima e può consolidarsi e fare bene”. 

Cosa pensi del concetto delle seconde squadre?
“È un’iniziativa che condivido per due motivi. Atalanta e Juventus hanno modo di rendersi conto di cosa hanno tra le mani, e soprattutto si può valorizzare il proprio materiale. Gatti e mister Modesto hanno fatto benissimo all’Atalanta, la Juventus ha individualità e buon gioco. Sono favorevole su questo progetto, entrambe le società potranno valutare ciò che hanno a disposizione. Bisogna trovare uno strumento che possa accontentare entrambe le situazioni, sia le seconde squadre che le piazze di C. Si parla tanto di questa possibile riforma, bisogna capire cosa vogliamo. Credo che bisogna attuare riforme restrittive sui bilanci, inutile correre in 15 e arrivare in 5, bisogna essere molto drastici su questo e garantire a direttori e calciatori i loro stipendi, oltre che a quella squadra invisibile che è rappresentata dagli altri dipendenti. Se non si arriva a fine stagione si mandano per strada famiglie, le seconde squadre devono offrire benzina nel motore della Serie C. Non so come risolvere il problema, ma credo che il consiglio possa essere quello di avere regole ferree per evitare i soliti inseguimenti del mese di giugno. Servono regole determinanti che possano portare a scelte chiare sulle società che stanno o dentro o fuori. Con la Casertana si è arrivati al 30 agosto senza sapere quale campionato avrebbero giocato. Cinque anni fa dovevamo partecipare con l’Avellino in Coppa Italia e fummo esclusi per una fideiussione. Bisogna individuare regole chiare e oggettive così da avere delle condizioni chiare per tutte le società”. 

Le tre promosse in Serie B hanno le carte in regola per far bene anche l’anno prossimo?
“La riflessione che si fa da anni è legata alla programmazione dalla C alla B. Io da giovane dopo la promozione con pochi innesti sono riuscito a mantenere la categoria per sei anni. Il Catanzaro di quest’anno è un esempio importante. Tanto passa dalla conferma dell’allenatore, per esempio Possanzini è un allenatore di assoluto valore così come Toscano che ho avuto ad Avellino e può fare benissimo. La Juve Stabia l’ho vista più volte dal vivo, ha un allenatore che ha una sua idea chiara che porta avanti. Ci sono i presupposti per far bene anche in Serie B”.